Donazione di polmone da donatore a cuore fermo - Ospedale San Bortolo, Vicenza
Un nuovo orizzonte e una nuova opportunità per la donazione d’organo.
di Marcante dott. Stefano
Responsabile COT (Coordinamento Ospedaliero Trapianti) AULSS 8 Berica – distretto est, Ospedale Civile “San Bortolo” Vicenza
La donazione d’organo in Italia è una realtà sicuramente grande e viva e ciò grazie al lavoro capillare su tutto il territorio svolto da associazioni come l’AIDO con un numero sempre più grande di iscritti. La realtà dei fatti ci dimostra comunque che, nonostante il grande sforzo che si sta compiendo nell’ambito della donazione e i grandi risultati raggiunti finora dal Sistema Nazionale Trapianti, il gap fra richiesta di organi e disponibilità degli stessi risulta essere tutt’ora molto ampio prolungando notevolmente i tempi in lista di attesa per tutti quei pazienti che necessitano di organi per sopravvivere.
Dal punto di vista giuridico la morte di una persona si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo (legge 578 1993 art.1). La morte può avvenire per patologie gravissime che interessano direttamente l’encefalo (traumi cerebrali, emorragie, ictus) oppure per un arresto cardiaco abbastanza lungo da provocare la morte della persona (legge 578 1993 art.2).
Su questo secondo aspetto si basa la possibilità di donazione di organi da donatori a cuore fermo ovvero, pazienti andati in arresto cardiaco refrattario a tutte le più avanzate manovre di rianimazione, in cui si è constatato il decesso ed in cui, un solo medico, può accertare la morte mediante esecuzione di un ECG della durata di 20 minuti. In questo caso, qualora fosse presente una registrazione di volontà espressa in vita in merito alla donazione di organi ovvero, in assenza di una volontà espressa in vita, non sussistesse da parte dei familiari opposizione alla donazione, queste persone possono essere considerati potenziali donatori di polmone, fegato, reni.
In quest’ottica si inseriscono le Raccomandazioni regionali per la donazione da donatore a cuore fermo denominato uDCD (Uncontrolled Donor after Cardiocirculatory Death) che sono state approvato dal Comitato Regionale per la Bioetica il 28 ottobre 2016 e che il personale del Coordinamento Trapianti della AULSS 8 Berica-distretto est-, ha reso attuabili presso l’ospedale di Vicenza attraverso un Protocollo per la donazione di Polmone da donatore a cuore fermo entrato pienamente in vigore a partire dal 02 novembre 2021.
Si è deciso di partire con la donazione di solo polmone perché esigenze etiche e organizzative non permettono attualmente di sviluppare un protocollo di donazione di organi addominali (fegato e reni) presso il nostro ospedale. Abbiamo quindi deciso di partire intanto con un passo adatto alle nostre attuali possibilità con l’auspicio di realizzare anche della donazione di fegato e reni in un prossimo futuro.
Il protocollo prevede che pazienti di età compresa fra i 18 e i 60 anni che sono andati incontro ad arresto cardiaco refrattario a tutti i tentativi di rianimazione, possano essere considerati come potenziali donatori di polmone se l’arresto cardiaco è stato testimoniato subito dai familiari o da persone presenti sul posto e se l’intervallo di tempo fra l’arresto cardiaco e l’inizio delle manovre di rianimazione cardiopolmonare da parte degli astanti o del personale del 118 non sia stato superiore ai 15 minuti. Altri criteri per rientrare nel protocollo donazione di polmone sono l’idoneità del paziente e dell’organo (valutata con precisi e ben definiti criteri) ed ovviamente la volontà alla donazione espressa in vita dal paziente o la non opposizione dei familiari alla donazione stessa. Il protocollo ha il grande obiettivo della donazione di polmone ma presenta di contro anche dei limiti che non sono solo quelli sopra citati ma soprattutto un parametro fondamentale da rispettare è il tempo che intercorre fra l’arresto cardiaco e il prelievo di fatto dei polmoni, che non deve essere superiore a 240 minuti (4 ore) pena il deterioramento del tessuto polmonare. Entro tale tempo devono essere messe in atto tutti i tentativi per cercare di recuperare il paziente in arresto, tutte le procedure per certificarne la morte, tutte le indagini per accertare l’idoneità del donatore e dell’organo e tutte le informazioni relative alla volontà di donazione che ci vengono dalla famiglia. E qui è fondamentale il ruolo che giocano associazioni di donatori come l’AIDO.
Perché a mio avviso l’informazione e la sensibilizzazione sul tema della donazione di organi e tessuti, dell’importanza della donazione per i numerosi pazienti che aspettano in lista di attesa la chiamata per un trapianto, rimangono un caposaldo irrinunciabile per la possibilità di poter donare gli organi, senza la quale si rischia veramente di vanificare una possibile donazione. Inoltre una situazione di panico e di immenso dolore di una morte improvvisa come quella per arresto cardiaco e soprattutto in situazioni in cui nulla avesse fatto presagire prima un evento così drammatico, considerando il ridotto periodo di tempo per poter decidere (circa 20 minuti, ossia il tempo di esecuzione dell’ECG isoelettrico), avere già un quadro sufficientemente chiaro di cosa il paziente o i familiari avrebbero desiderato fare riguardo ad eventuale donazione è fondamentale. Per cui ripeto è fondamentale informare, informare, informare.
Nel finire ringrazio sinceramente il Centro Regionale Veneto, la direzione sanitaria dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, tutti i direttori delle unità operative complesse e i loro collaboratori che partecipano a vario ruolo al protocollo, il personale medico ed infermieristico del SUEM 118 e della rianimazione dell’ospedale san Bortolo di Vicenza e non da ultimo il personale infermieristico del Coordinamento Ospedaliero Trapianti (COT) di Vicenza.
Distinti saluti e un abbraccio a tutti i volontari dell’AIDO.
(tratto da Rivivere n.69, Natale 2021)