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    La donazione degli organi ai tempi del Coronavirus

    dr Stefano Marcante, Coordinamento Locale Trapianti Ulss Berica 8, Distretto Est.

    Febbraio 2020-Febbraio 2021.

    Il tempo è passato solo sul calendario. Quello che non è passato è lui, il Covid-19. Da un anno a fasi alterne, o come si suole chiamarle oramai, ad ondate, la pandemia di Covid 19 è tutt’ora presente nella società e anche ovviamente in ospedale.

    Molti sono stati i medici, gli infermieri, gli operatori, i tecnici che si sono ammalati in modo anche grave e nonostante tutto, il loro impegno professionale ed umano non si è mai fermato. Prima erano definiti in modo esagerato degli EROI, ora tristemente sono del tutto ignorati, ma loro hanno sempre portato avanti con caparbietà i loro compiti e il loro lavoro. Lasciate che sottolinei queste cose perché senza tanti clamori tutte le attività ospedaliere da quelle urgenti a quelle di ruotine sono sempre state svolte in modo regolare in questo grave periodo.

    In questo ambito anche l’attività di prelievo e donazione d’organo non ha mai avuto soste pur se la pandemia da Covid-19 ha anche in questo campo portato delle variazioni. Per far fronte alla situazione critica infatti, si è dovuto necessariamente far posto ai pazienti-Covid anche in rianimazione come in altre aree critiche (Pneumologia, Pronto Soccorso, Geriatria, Medicina, Malattie Infettive). Sono quindi aumentati in rianimazione i posti per pazienti-Covid estesi, soprattutto nella prima ondata, anche alle sale del gruppo operatorio per un totale di circa 30-35 posti. Ovviamente questo ha fatto necessariamente ridurre ad 8 il numero di posti letto per pazienti non-Covid la cui presenza in ospedale non è mai ovviamente mancata in quanto le patologie critiche (emorragie cerebrali, infezioni, traumi) sono sempre state una triste realtà. L’attività del COT (Centro Ospedaliero Trapianti) dell’ospedale san Bortolo di Vicenza, ha dovuto quindi adattarsi a questa diversa tipologia di ricoveri e spazi. Negli 8 posti della rianimazione non-Covid era necessario turnare il maggior numero di pazienti cercando di trasferire i malati più cronici presso altre rianimazioni (in particolare Arzignano) allo scopo di poter avere sempre spazio per nuove urgenze.

    L’attività di prelievo e donazione d’organi, che prevede delle tempistiche di realizzazione lunghe (almeno 48 ore), ha dovuto quindi adattarsi a questo. Alcuni pazienti gravi cerebrolesi sono quindi stati trasferiti in altre sedi dove, se possibile, è stato completato il percorso di prelievo e donazione. Sono stati circa 350 i pazienti Covid ricoverati da febbraio 2020 a febbraio 2021 presso la Rianimazione di Vicenza ma a fronte di questo l’attività di prelievo e donazione d’organo non si è mai fermata. La commissione per Accertamento di Morte Encefalica si è riunita per ben 29 volte, 21 sono stati i donatori multiorgano effettivi (cuore, polmoni, fegato, reni), 8 il numero di opposizioni alla donazione. Il numero di tessuti prelevati è stato parimenti elevato con 329 cornee e 7 donatori multitessuto (osteotendinei, tessuto vascolare, valvole, cute).

    E’ iniziata tra l’altro da giugno 2020, con la collaborazione del reparto di ostetricia-ginecologia, l’attività di donazione di placenta da vivente con 37 placente effettivamente donate. Sono numeri importanti a mio avviso che dimostrano come, pur nella grave situazione pandemica tutt’ora in corso, l’attività di prelievo e donazione non si sia mai fermata, forse rallentata un po’ da esigenze logistiche come detto prima, ma mai si è interrotta. Continua tutt’ora mentre sto scrivendo con il percorso di donazione in atto per un paziente ricoverato in rianimazione. Questo dimostra da un lato che la sensibilità e la generosità delle persone nell’atto della donazione non si è mai fermato nonostante tutto, e dall’altro che la professionalità, l’impegno e anche la fatica del personale sanitario deputato al percorso di donazione, non è mai venuta meno. Ritengo quindi doveroso ringraziare tutti coloro che sono implicati in questo processo di donazione pur con diverse mansioni, dal personale infermieristico del COT, agli infermieri di rianimazione e sala operatoria, ai consulenti medici, ai tecnici, ai colleghi anestesisti e chirurghi, al personale ausiliario, al personale del 118. Solo grazie al lavoro di squadra di tutti si riesce a portare a termine il processo lungo e a volte complicato della donazione d’organi e tessuti. Tutti hanno valore ed importanza in questo processo e silenziosamente ma con continuità e caparbietà lo stanno portando avanti anche in questo duro momento pandemico. Per finire però, il mio ringraziamento più grande va alle famiglie dei pazienti donatori che con la loro generosità ed altruismo sono la forza che ci fa andare avanti in un cammino di speranza a favore di persone che possono, grazie alla donazione di organi e tessuti, riacquistare la possibilità di riassaporare in pieno tutte le gioie della vita.

    Grazie ancora a tutti.

    (tratto da Rivivere n.68, primavera 2021)

     



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