Il significato di un Dono
Metti una sera d’estate, immagina un tavolo apparecchiato sotto un grande gelso (“moraro” per noi veneti), aggiungi una brezza leggera, fresca, che rende piacevole la serata dopo l’arsura di questi giorni d’estate e pensi che ci sono angoli di mondo intatti e belli, rifugi che sono un dono: un bene che si riceve depositario di memoria e di forza vitale.
Supponi di immaginare il contrario: un giorno senza doni, un luogo dove cresce inesorabile l’indice di scoraggiamento, la carenza di socialità e di entusiasmo. Allora pensi che abbiamo dimenticato, forse, che cosa significhi il regalo. Ci siamo scordati che la radice della parola “dono” indica la creazione di una relazione. In fondo l’economia insegna che un bene ha due valori: l’uso e lo scambio, ma il dono aggiunge un terzo valore: il legame, l’instaurare relazioni.
Metti, allora, di trovarci una sera sotto un “moraro” (nei campi di San Lazzaro a Bassano del Grappa) e dialogare con Aurora, una ragazza poco più che ventenne, che da poco ha donato il proprio midollo osseo a una persona sconosciuta, che da quel dono spera di trarre nuova forza vitale, di sanare un cammino destinato, nel breve, a spezzarsi. Il dono del midollo osseo inizia con la tipizzazione, operazione che attraverso un semplice prelievo, registra i possibili donatori in un registro internazionale. È giusto ricordare che solo una persona ogni 100.000 è compatibile con chi è in attesa di un trapianto. Aurora racconta di essersi avvicinata alla tipizzazione senza un motivo particolare, sembrava bello poter aiutare senza chiedere niente in cambio e cogliere la possibilità di donare senza perdere nulla.
Una cosa colpisce, nel suo raccontare, il pensiero dedicato a chi per tutta la vita attende quel dono che non arriverà, poiché la compatibilità è cosa rara (come già detto). Si coglie l’emozione di Aurora nelle parole: “mi ha colpito…chi per tutta la vita non riuscirà ad avere un dono”. Il racconto continua con la descrizione della donazione, vera e propria: dopo la tipizzazione, spiega Aurora, è arrivata la chiamata per una possibile compatibilità, “ero euforica e convinta” di intraprendere questo percorso. Poi è giunto il momento di donare, qualcuno è risultato completamente compatibile, “un percorso lungo, ma sono stata seguita. Durante tutto il processo di donazione”, il personale sanitario, “ha valorizzato quel che stavo facendo, mi sono sentita importante!”. Aurora continua sottolineando come sia necessario informare le persone in merito a questa possibilità, fare più propaganda, portare testimonianza di cosa sia la donazione di midollo (spesso i pregiudizi frenano la voglia di donare), mentre “la donazione è stata una cosa semplice e tranquilla, anzi, un beneficio diretto anche alla mia salute, in quanto, controlli prima, durante e dopo sono un servizio anche alla propria salute” e non è cosa da poco, riflettendoci su…
Quel che emerge è la voglia “giovane” ed entusiasta di trasmettere agli altri il concetto che si può fare, in semplicità e senza rischi, basta “indossare” la voglia di conoscere cosa vuol dire donare “una parte di sé stessi”, qualcosa che si rigenera e che darà vita e vigore a chi “riuscirà a ricevere un dono”. Sotto il “moraro” chiamiamo in gioco l’antropologo francese Marcel Mauss, il quale afferma che i doni mantengono la forza trasmessa dalla persona che li fa, sono una sorta di crescita per la persona, che si identifica nelle cose che possiede e che scambia, un concetto che per i Maori della Nuova Zelanda è “Hau”: l’essenza vitale insita negli esseri umani. Il dono implica una forte dose di libertà. Non ci sono regole commerciali, tempi rigidi o sanzionabili, ma solo fiducia. L’esperienza di Aurora rinvigorisce la voglia, dei gruppi di volontariato di San Lazzaro, di celebrare questo avvenimento perché raro, di gridarlo a gran voce giacché è il carburante per ricaricare la voglia d’impegnarsi, il desiderio di trasmettere, informare e avvicinare le persone a ciò che ha valore. Pensi, allora, che ci sono gesti e scelte intatti e belli, rifugi che sono il dono: un bene che si riceve carico di memoria, dotato di forza vitale e del desiderio di donare liberamente.
di Massimo Alessi
I gruppi di San Lazzaro omaggiano Aurora.